Il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, ha rivelato alcuni particolare dettagli legati alla sua carriera ma anche ai nerazzurri.
Gli ultimi risultati della stagione dell’Inter sono stati positivi confermando la bontà delle scelte della dirigenza ad inizio anno. In particolare quella del nuovo mister, Chivu, di cui ha parlato anche il presidente Beppe Marotta a margine dell’executive master “Management dello Sport” organizzato dalla Rcs Academy Business School.

Inter, Marotta parla di San Siro e del futuro
Come riportato da La Gazzetta dello Sport, il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, ha parlato di svariati temi legati anche alla sua carriera, salvo poi soffermarsi su argomenti di stretta attualità collegati all’ambiente nerazzurro. Su San Siro, per esempio, il massimo dirigente ha spiegato: “Per i vecchi romantici, pensare all’abbattimento di San Siro porta amarezza e nostalgia. Io stesso, per la prima volta, ci sono entrato nel 1966… È stato un contenitore di enormi emozioni. Ma così non si tiene conto dell’innovazione, che passa anche dal concetto di modernità”.
Marotta ha quindi spiegato che una ristrutturazione di San Siro “non era immaginabile” e così “si è arrivati all’abbattimento. Ma bisogna farlo per forza”, ha aggiunto sottolineato come “lo stadio nuovo porta benefici diretti e indiretti, non avere più una cattedrale nel deserto ma un punto di riferimento anche in settimana, dare vita ad attività sociali. Noi oggi siamo fanalini di coda. Incassiamo 80 milioni l’anno dai matchday, l’obiettivo del Real è superare mezzo miliardo”
Il retroscena su Chivu e Mourinho
Davvero interessante, poi, il retroscena svelato sulla scelta, ad inizio anno, del nuovo allenatore dell’Inter: “Io mi meraviglio che le persone si siano sorprese della bravura di Cristian. L’abbiamo scelto perché rappresenta valori importanti, c’è stato il coraggio di andare controcorrente anche a livello mediatico. Qualcuno addirittura evocava Mourinho, che con tutto il rispetto… Se non avessi avuto coraggio mi sarei pentito”, ha detto Marotta.